Note di Regia
Quando si resta nell’oscurità conviene fermarsi e tendere l'orecchio per ascoltare. Ed ecco affiorare storie personali e storie antiche. Tra queste la tragedia più greca e più cieca che esista: Edipo. Una vicenda che fa calare il buio sui misfatti, dove il protagonista si acceca e due fratelli si fan guerra accecati dall'odio, mentre l'unico a vederci chiaro è Tiresia, il veggente cieco.
Il Destino oscuro incombe su ciascuno, non solo in teatro ma nella vita. Crediamo di tenere in pugno il passato, consumiamo in fretta il presente, ma sul futuro siamo tutti ugualmente ciechi.Ci sarà un domani? E noi ci saremo? Andrà davvero tutto bene?
Dunque, salire sul palco è cercare una luce seguendo una voce, ascoltare un coro di voci e tante storie in una. Non necessariamente con i pesanti coturni antichi, ma col passo leggero di questa tragica e comica commedia umana che tutti ferisce e consola, smarrisce e sorprende, rattrista e rallegra. E alla fine si può anche trovare la strada seguendo i passi di una donna: Antigone, l'accompagnatrice che ci guida verso l'uscita.
Presentazione
Lo spettacolo – messo in scena da persone non vedenti che, in passato, avevano usufruito dell’audiodescrizione degli spettacoli grazie al progetto “Teatro No Limits” - nasce dall'incontro di Luca Lepri, divenuto a 45 anni completamente non vedente a causa di un melanoma, e Paolo De Lorenzi, direttore del Centro Diego Fabbri.
Inizialmente pensato per descrivere la sua storia, drammatica ed emblematica, sono via via affiorate storie personali e storie antiche e, tra queste, la tragedia più greca e più “cieca” che esista: Edipo.
Una vicenda che fa calare il buio sui misfatti, dove il protagonista si acceca e due fratelli si fan guerra accecati dall'odio, mentre l'unico a vederci chiaro è Tiresia, il veggente cieco.
Il destino oscuro incombe su ciascuno, non solo in teatro ma nella vita. Crediamo di tenere in pugno il passato, consumiamo in fretta il presente, ma sul futuro siamo tutti ugualmente ciechi. Ci sarà un domani? E noi ci saremo? Andrà davvero tutto bene?
Dunque, salire sul palco è cercare una luce seguendo una voce, ascoltare un coro di voci e tante storie in una. Non necessariamente con i pesanti coturni antichi, ma col passo leggero di questa tragica e comica commedia umana che tutti ferisce e consola, smarrisce e sorprende, rattrista e rallegra. E alla fine si può anche trovare la strada seguendo i passi di una donna: Antigone, l'accompagnatrice che ci guida verso l'uscita.
Quando si resta nell’oscurità conviene fermarsi e tendere l'orecchio per ascoltare solo ciò che di più autentico rimane.