La giovane meretrice Ginnasia e sua madre, Lena, una vecchia ubriacona anche lei meretrice finché ha potuto, sono state invitate a pranzo da Selene, amica di Ginnasia, per far loro una confidenza: deve lasciare Alcesimarco e la casa in cui vivono perché, essendo lei senza dote, il padre di lui lo ha destinato ad una ragazza più “adatta” alla sua condizione – con somma offesa della madre di Selene.
A partire da questo pranzo scaturiscono gli sproloqui ebbri e goliardici della vecchia Lena che presenta al pubblico le vicende precedenti con l’intento di chiarire ma con il risultato di generare altro caos. E in un divertente disordine prosegue il susseguirsi di scene e azioni, tra gags e situazioni comiche, personaggi strabordanti e giochi metateatrali. Ricorrono colori e motivi tipici del mondo plautino che mirano a rimpolpare la comicità a volte anche a scapito della struttura drammaturgica. Come spesso accade in Plauto, le trame si intrecciano e sovrappongono al punto da rischiare di perdere il filo della vicenda. E come spesso accade questo non ha alcuna ripercussione sull’efficacia della commedia. Così, l'esigenza del riso va oltre la storia e la maschera la vince sul testo.
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