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19
Agosto
- Ora: 21.30
- Luogo: Arena Plautina

Cassandra
o del tempo divorato
Spettacolo audiodescritto
per non vedenti e ipovedenti
presenta
Elisabetta Pozzi
in
CASSANDRA
o del tempo divorato
drammaturgia Elisabetta Pozzi
con il contributo di Massimo Fini
cura del movimento Alessio Maria Romano
scene e costumi Guido Buganza
musiche Daniele D’Angelo
luci Luca Bronzo
Regia di
Elisabetta Pozzi
Produzione Fondazione Teatro Due
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Durata spettacolo: 60 minuti
Numero atti: uno
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Presentazione dello spettacolo
Cassandra è uno spettacolo che racconta la storia dell’inascoltata veggente stuprata nel tempio di Atena e poi assassinata, con le parole della tragedia attica del V secolo a.C., contaminate da testi di autori contemporanei e filtrati dallo sguardo profondo e contemporaneo di una delle maggiori protagoniste della scena italiana: Elisabetta Pozzi.
Ispirandosi alle riletture del mito antiche e moderne (da Euripide a Christa Wolf), lo spettacolo porta in scena la figura mitica di Cassandra, mettendone in luce la strabiliante modernità.
La profetessa troiana, alla quale Apollo ha dato il dono di prevedere il futuro e insieme la condanna a non essere creduta, è infatti una delle figure femminili del mito greco di più profonda tragicità – per l’impotenza, l’impossibilità di condivisione, la forzata solitudine nel sostenere il peso della conoscenza – in cui convivono, come in ogni donna, forza e fragilità.
Lo spettacolo procede attraverso memorie letterarie che riguardano Cassandra, un collage di testi ricordati, assemblati da un personaggio che si prende il carico di essere Cassandra e di portarla avanti nel tempo fino ai giorni nostri.
Prendendo avvio dalla Cassandra di Christa Wolf, Elisabetta Pozzi approda al “Monologo per Cassandra” di Wislawa Szymborska, passando attraverso la magnifica poesia di Ghiannis Ritsos e navigando poi tra i testi degli autori classici da Omero ad Eschilo, da Euripide a Seneca.
La drammaturgia dello spettacolo si avvale del contributo di Massimo Fini con cui l’attrice ha costruito il finale: una sorta di tragico epilogo nel quale Cassandra vede il futuro dell’uomo moderno con la sua incapacità di porsi dei limiti e che è ormai “diventato un minuscolo ragno al centro d’una immensa tela che si tesse ormai da sola e di cui è l’unico prigioniero.”.
Daniele D’angelo ha creato per lo spettacolo un accompagnamento musicale originale, una tessitura di suoni e musica che sostengono l’intero testo, diventandone il filo rosso, sul quale si innestano i movimenti coreografici di Alessio Romano.
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Elisabetta Pozzi, ha precedentemente calcato le scene del Plautus Festival nei seguenti anni:
> 2001: “Maria Stuarda” di Maraini
> 2012: “Cassandra”